
L’Alleanza Terapeutica nell’EMDR: fondamenti di cooperazione e fiducia
In questo primo numero, vogliamo esplorare un tema centrale per ogni intervento terapeutico e fondamentale nell’EMDR: l’alleanza terapeutica. Non è solo il punto di partenza per instaurare un rapporto di fiducia con il paziente, ma una condizione essenziale per il successo di ogni trattamento. Come afferma Giovanni Liotti, l’alleanza è “un processo continuo, che richiede costante manutenzione e cura” (Teoria e clinica dell’alleanza terapeutica, 2005).
L’EMDR, per sua natura, richiede una relazione terapeutica solida: senza un’alleanza forte, il lavoro sui ricordi traumatici rischia di essere percepito dal paziente come intrusivo o troppo intenso. Vediamo insieme come la teoria e la ricerca possono guidarci nel costruire una relazione sicura e cooperativa.
L’importanza della cooperazione nell’alleanza terapeutica
Giovanni Liotti, attraverso la sua teoria sui sistemi motivazionali interpersonali, ci offre una chiave di lettura preziosa: l’alleanza terapeutica si fonda sull’attivazione del sistema motivazionale cooperativo (Liotti, 2001). Questo sistema ci spinge a collaborare con gli altri per raggiungere obiettivi condivisi e promuove relazioni basate su rispetto e reciprocità.
Nel contesto terapeutico, l’attivazione di questo sistema dipende dalla capacità del terapeuta di creare un ambiente in cui il paziente si senta ascoltato, valorizzato e partecipe. Come sottolineano Rubino e Diamond (Repairing alliance ruptures, 2000), le rotture dell’alleanza, inevitabili in qualsiasi percorso terapeutico, non sono segni di fallimento ma opportunità di riparazione. Attraverso la riparazione, il paziente può sperimentare una relazione sicura, in grado di gestire i normali momenti di difficoltà.
Il ruolo dell’EMDR nella costruzione dell’alleanza
L’applicazione dell’EMDR richiede un’attenzione costante alla relazione terapeutica. Le sedute di EMDR possono attivare emozioni intense, memorie dolorose e difese. In questo contesto, è fondamentale che il terapeuta:
• Garantisca un setting sicuro e prevedibile;
• Valorizzi l’esperienza soggettiva del paziente;
• Utilizzi un linguaggio che favorisca la collaborazione, evitando di essere percepito come direttivo.
Gazzillo, in linea con la Control-Mastery Theory, sottolinea l’importanza di “fidarsi del paziente”, ovvero di riconoscere che il paziente sta sempre facendo il massimo che può con le risorse a sua disposizione (Gazzillo, Fidarsi dei pazienti, 2019). Questo atteggiamento rinforza il senso di fiducia reciproca e favorisce l’attivazione del sistema cooperativo.
Strategie pratiche per promuovere la cooperazione
Per rendere questi concetti più applicabili nella pratica quotidiana, vi proponiamo alcune strategie basate sugli studi citati:
1. Utilizzare domande esplorative e aperte
È fondamentale preferire un linguaggio che favorisca la collaborazione. Ad esempio:
• “Che ne pensa di esplorare insieme questo ricordo?”
• “Come le sembra affrontare questo tema in questo momento?”.
Queste frasi invitano il paziente a partecipare attivamente al processo, rafforzando il senso di alleanza.
2. Riformulare gli obiettivi terapeutici
Come suggerito dagli autori, la costruzione di obiettivi condivisi è essenziale per l’alleanza Proviamo a dedicare un momento della seduta a verificare se gli obiettivi sono ancora rilevanti per il paziente. Chiedete, ad esempio:
• “Cosa ne pensa del lavoro che stiamo facendo finora? Ci sono aspetti che vorrebbe modificare o approfondire?”.
3. Gestire le rotture dell’alleanza
Quando percepite una difficoltà nella relazione, affrontatela direttamente. Rubino e Diamond sottolineano che il riconoscimento delle crisi può rafforzare l’alleanza quindi introdurre domande esplorative per riparare eventuali rotture chiedendo:
• “Mi sembra che ci sia stato un momento difficile tra di noi. Come possiamo lavorarci insieme?”.
Compito del mese: sperimentare la cooperazione
Per il prossimo mese, vi invitiamo a mettere in pratica queste strategie nella vostra attività clinica. Il compito consiste in tre semplici passi:
1. Adottare il linguaggio del “noi”: Includete il paziente nel processo decisionale con frasi come:
• “Che ne pensa se proviamo a capire insieme l’origine di questo disagio?”.
• “Vediamo insieme a cosa può essere collegata questa sensazione.”.
2. Verificare e co-costruire gli obiettivi terapeutici: Dedicate qualche minuto a riformulare insieme al paziente gli obiettivi della terapia, osservando come reagisce a questo processo collaborativo.
3. Osservare e intervenire nelle rotture dell’alleanza: Se percepite un momento di tensione o distanza, cercate di affrontarlo utilizzando un linguaggio aperto e collaborativo, come:
• “Mi sembra di capire che sente qualche difficoltà nel nostro modo di lavorare. Come possiamo affrontare questo momento insieme?”.
Annotate le vostre osservazioni e riflettete su come queste strategie influenzano la relazione con il paziente.
Conclusioni
L’alleanza terapeutica è il fondamento su cui si costruisce ogni intervento efficace. Nell’EMDR, questa relazione non è solo una condizione necessaria, ma una risorsa che può sostenere il paziente nei momenti di maggiore vulnerabilità.
Grazie per averci accompagnato in questo primo numero. Siamo curiosi di sapere come queste strategie hanno influenzato la vostra pratica.